Se il concept di Settemari – il nuovo progetto sea – food di Settembrini a Roma – è diventare il vero porto di mare gourmet a Roma, la concezione del locale lo rappresenta perfettamente.
Al centro “l’isola” bancone dedicato alla preparazione in diretta di sushi e altre rapide portate, nonché aperitivi, estratti, frullati anche con latte vegetale, a seconda del momento della giornata.
Intorno ruota l’organizzazione della cucina, anch’essa a vista, rapida, efficiente, esperta ed accogliente.
Ambiente spazioso, tavoli essenziali, ma curati, angoli ricercati.
Il primo degli Chef ad approdare alla guida del timone di Settemari a Roma è Libera Iovine, isolana nell’anima – nasce a Procida e arriva poi al “Il Melograno”, prima stella Michelin a Ischia.
La sua cucina, legata alla tradizione mediterranea, esige qualità della materia prima.
Sapori netti, aromi e profumi intensi, cotture leggere per il pescato giornaliero da Anzio, Fiumicino e Terracina.
L’idea è di offrire a pranzo una carta snella o un business lunch, veloce ma sempre stuzzicante e saporito.
A cena il Piccolo mare a quattro portate o le sette portate Settemari.

Carnosi e delicati

La mentuccia piuttosto “insistente” rinfresca molto il piatto

Perfetto equilibrio di sapori e profumi.

Non amo in modo particolare la dominante di aglio, ma il ristretto di zuppa lo richiede

Piacevolissimo per sapore e contrasto di consistenze

Arcangelo Dandini, grande fautore di Libera Iovine al timone di Settemari, rincuora la Chef affermando che a Roma non ci sono dolci caratteristici e lei ci spiazza con questa pastiera rivisitata, molto più delicata della tradizionale pastiera di Pasqua. Una chiusura in bellezza e delicatezza.
Non manca l’attenta selezione dei vini per accompagnare la proposta di Libera Iovine. Io al Morellino di Scansano 2015 – Val delle Rose – non sono riuscita a cedere 😉 .
Mi sono fermata all’intenso Greghetto Colle Ozio 2015 – Bussolotti.
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