Aggiornato il 11 Maggio 2022 da Lalla
Anche io approdo al babka, quel misterioso (per me) ed assolutamente stimolante dolce. Lo faccio con il babka al cioccolato di Yotam Ottolenghi e Sami Tamimi.
Di fatto volevo la ricetta più vicina possibile all’originale, non “contaminata” da personalizzazioni nei sapori e negli aromi, per capire di cosa si trattasse.
Ora lo so, il babka al cioccolato è uno dei dolci più buoni mai mangiati. Intenso, equilibrato e misterioso nella sua particolarissima consistenza ed equilibrio al palato.
Pensavo fosse complicato nella preparazione, ma così non è. Occorre solo dare il tempo per la lievitazione che, nella ricetta pubblicata su Jerusalem, richiede – al meglio della sua resa- tutta la notte. Ho impasto la mattina ed infornato la sera.
Un impasto base simil brioche o pane dolce fragrante, denso e pastoso farcito di cioccolato ( quello buono!) ed arricchito da frutta secca. In un intreccio che, sfornato, si lascia mangiare solo con gli occhi. Il giusto brunito, lucido per la lucidatura finale con lo sciroppo di zucchero e perfetto per la colazione, non proprio quella sana, ma energetica sì.
Sono dell’idea che quando si deve sgarrare tanto vale farlo per bene. Come quando decisi di provare la torta caprese o la torta paradiso
La storia del babka
Quel velo di mistero veleggia anche sull’origine di questo dolce e sulle sue mille varianti che nel corso del tempo si sono succedute.
Il babka nasce fra gli ebrei dell’Europa orientale dove, a causa della povertà delle popolazioni, la cioccolata non era affatto conosciuta.
La versione del babka di oggi probabilmente ha origine nella metà del secolo scorso fra gli ebrei d’America. Tipicamente veniva preparato per le festività pasquali, oggi lo si prepara tutto l’anno.
Pare che all’inizio le anziane donne il giorno dello Shabbat riciclassero lo challah avanzato elaborando un pane dolce con semi di papavero e noci.
La parola babka significa proprio “nonna” in onore di quelle donne che il venerdì, riciclando gli avanzi, davano origine al pane dolce.
Solo quando gli ebrei migrarono in America compare nella ricetta del babka il cioccolato. In poco tempo il babka è diventato un dolce dall’impasto ricco di ingredienti anche ricercati.
Note alla ricetta:
ho ridotto esattamente a metà la dose degli ingredienti rispetto alla ricetta originale e ne ho fatto uno stampo da plumcake da 22×8 cm;
ho aggiunto la nocciola Tonda Gentile Romana ;
a me piace l’accostamento limone/cioccolato così come previsto nella ricetta originale; se non lo amate potete sostituirlo con la buccia di arancia;
nei tempi che indico non è compreso il riposo di tutta la notte;
non ho usato tutto lo sciroppo di zucchero per la finitura 😉 mi sembrava tantissimo, ma…voi non esitate, ci vuole.
Ti è venuta bellissima!!! Non so perché non mi sono ancora mai cimentata in questo dolce. Mi piace tantissimo sia per la composizione sia per l’ impatto estetico. Concordo nella maniera più assoluta sulla tua scelta di rifare la versione più fedele all’ originale senza snaturarla: per le sperimentazioni di può anche provare successivamente, una volta conosciuto il sapore “vero”.
Credo che partirò da questa tua proposta, se mi metterò a replicarla. Grazie!!!
Un abbraccio
P.S.: vista tante volte in giro ma mai saputo che “babka” significasse “nonna”!
Grazie mille Giovanna!!!
Comunque è proprio bello di suo ed è difficile che non venga bene. E…proprio così, prima dovevo rendermi conto di cosa fosse.
Vedo che anche tu metti il femminile 😉 😉 ma io resto al maschile 😉
Bacio grande