Le fave dei morti sono dei biscottini tipici del giorno di Ogni Santo e della Commemorazione dei Defunti.
Tanto secco e duro il nome, a me fa un pò effetto, tanto friabili e piacevoli al morso. Croccanti fuori, morbide dentro. Semplicissime e velocissime da fare le fave dei morti riportano in bocca tutto l’aroma delle mandorle.
La tradizione assegna la preparazione di questi dolcetti al mese di novembre dall’antica usanza di mangiare le fave secche nel giorno della Commemorazione dei Defunti. Tradizione che affonda le sue radici nell’antica Roma. Nel Settecento ed Ottocento, durante la commemorazione dei defunti che si svolgeva nella Chiesa di Santa Maria dell’Orazione e Morte in via Giulia, si usava distribuire fave secche (simbolo dell’anima dei defunti). Con il tempo le fave secche sono state sostituite da queste fave dolci la cui ricetta percorre da nord a sud tutta l’Italia con infinite varianti.
Alla base le mandorle tritate alla quali, a seconda della variante, si possono trovare aggiunti i pinoli, spezie varie o l’uso di solo albumi.

Mi sono affidata alla ricetta delle fave dei morti di Pellegrino Artusi che, nel suo libro ” La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” prevede ben 3 varianti di quelle che lui chiama le fave alla romana o “pastine” .
Gli antichi Egizi si astenevano dal mangiarne, non la seminavano, né la toccavano colle mani, e i loro sacerdoti non osavano fissar lo sguardo sopra questo legume stimandolo cosa immonda. Le fave, e soprattutto quelle nere, erano considerate come una funebre offerta, poiché credevasi che in esse si rinchiudessero le anime dei morti, e che fossero somiglianti alle porte dell’inferno.
Pellegrino Artusi – Le Fave alla romana
Le prime due versioni sono da famiglia, la terza è più fine.
Sostanzialmente le prime due ricette delle fave alla romana o fave dei morti dell’Artusi invertono la quantità di mandorle rispetto alla farina. 200 g farina e 100 di mandorle nella prima, 100 di farina e 200 di mandorle nella seconda. Nella terza versione invece sono presenti solo 200 g di mandorle dolci e non è previsto il burro. Il resto non cambia. A voi la scelta della ricetta 😉 . Io ho fatto la seconda.
E…Le fave dei morti sono perfette da inzuppare, a fine pasto, in un bicchierino di vino dolce o di vermouth!
INGREDIENTI
- 200 g mandorle dolci o farina di mandorle
- 100 g farina 0
- 100 g zucchero
- 30 g burro
- 1 uovo
- cannella
- buccia di limone bio grattata
- rum o acqua se serve
PROCEDIMENTO
- Se usate le mandorle intere sbucciatele senza spellarle e frullatele insieme allo zucchero. In questo modo l'olio della mandorle che si libera sarà assorbito dalla zucchero. Se invece, come me usate la farina di mandorle, saltate ovviamente il passaggio. La ricetta originale, ovviamente, usava le mandorle intere che venivano pestate nel mortaio insieme allo zucchero. Unite in una ciotola le due farine, l'uovo, lo zucchero ed il burro ammorbidito. Insaporite, se vi piace, ci sta benissimo! – con un pizzico di cannella ed una grattata di buccia di limone. Mescolate il composto con le mani sino ad ottenere una massa uniforme. Ci vogliono davvero pochissimi minuti.Se il composto vi dovesse sembrare troppo asciutto, unite un goccio di rum o di acqua. Ricavate dall'impasto delle piccole palline che poi schiaccerete con il pollice per dare loro la classica forma di "pastine". Distribuite i biscotti su di una teglia rivestita di carta forno.
- Accendete il forno e, raggiunti i 180°, infornate. Cuocete per 15, massimo 20 minuti. Devono risultare belle dorate in superficie. Una volta sfornate sembreranno ancora morbide, ma raffreddandosi si induriscono. Gustate le fave dei morti come più vi piace !
E se vi piacciono li dolci con le mandorle vi suggerisco questi biscottini con farro e mandorle o i mini plumcake carote e mandorle