Quando si parla di tartufo bianco in cucina il riferimento è ad una vera prelibatezza culinaria, un ingrediente d’accento per insaporire in maniera assoluta primi e secondi piatti.
E’ un fungo ipogeo che cresce sotto terra, pregiatissimo e dal profumo inconfondibile, che non a caso viene indicato anche con l’appellativo di ‘diamante bianco’.
Quando lo si trova e lo si raccoglie la sua fragranza si presenta nel pieno dell’intensità.

Ma attenzione, la fragranza è destinata a svanire nel giro di una settimana all’incirca. Consumare il tartufo bianco, appena raccolto e fresco è dunque la cosa migliore da fare per garantire un risultato culinario sopraffino.

Il tartufo bianco cresce nei terreni umidi, sviluppando una totale simbiosi con alcuni tipi di alberi: pioppi, lecci, querce e salici. La sua diffusione nel BelPaese oramai tocca diverse regioni. Prima fra tutte il Piemonte, famoso per il suo tartufo bianco di Alba. Umbria, Marche e Toscana sono comunque regioni d’Italia altrettanto floride per il diamante bianco.
Il periodo migliore per la raccolta è fra il 1 ottobre e il 31 dicembre: la maturazione del tartufo bianco raggiunge in queste settimane l’eccellenza, sia per la consistenza della polpa che per le sue dimensioni.

Trattandosi di un prodotto della terra estremamente raro e pregiato non si può non considerare la spesa non indifferente a cui andiamo incontro. 
Una scelta, un acquisto, comunque, che  non delude mai: l’effetto wow con il tartufo bianco è sempre assicurato!  


Il momento dell’acquisto del tartufo bianco è fondamentale dunque;  la scelta fatta in questo momento si rifletterà poi sulla resa finale delle nostre ricette di cucina.
Tanti gli ecommerce, infinite le possibilità di scelta che – come il tartufo bianco acquistato su IlTartufo.com – garantiscono sempre maggior qualità.
Questo ad ulteriore dimostrazione di come il web abbia stravolto in meglio molte nostre abitudini.

Vediamo qualche consiglio per utilizzare correttamente il tartufo bianco iniziando dalla sua pulizia.

Pulire il tartufo bianco: la guida step by step

Bisogna intanto sottolineare come l’essenza del tartufo bianco – ingrediente principe della nostra cucina,  si leghi a doppio filo ad un concetto chiave: è molto raro, è pregiato ed è costoso. II suo prezzo varia al variare dei fattori stagionali, di mercato e ambientali.
E’ sufficiente però impiegarne una quantità molto ridotta per poter insaporire correttamente ed in maniera egregia le diverse portate.
Il consiglio, affinché il tartufo bianco sia utilizzato al meglio delle sue potenzialità, è, come detto, cercare di consumarlo appena raccolto: sciuparlo (o lasciare che si rovini) sarebbe un vero delitto.

Le fasi del lavaggio e gli strumenti per effettuarle

Per ottenere  la perfetta pulizia del tartufo bianco, occorre precisare che – diversamente da quanto si potrebbe pensare – procedere al suo lavaggio lasciandolo sotto l’acqua corrente non è poi un errore tanto grave.   Diversamente da quanto accade con i funghi, infatti, il tartufo bianco non finisce con il bagnarsi e impregnarsi d’acqua. Certo è che non si tratta del metodo più corretto per trattare questo alimento tanto prezioso: facendoci scorrere sopra l’acqua possono essere lavate via anche molte sostanze che regalano l’inconfondibile ed iconico profumo.

Volete sapere come procedere
?
Munitevi di uno spazzolino per i denti, un panno ed un pennellino.
Con l’aiuto dello spazzolino eliminate la terra eccedente, passate quindi  il pennello per  eliminare completamente residui e polvere.
Accarezzate infine il tartufo bianco con il panno inumidito: se non vedete più macchie la pulizia è completa.
Viceversa, se ancora presenti le macchie, ripetete l’operazione  utilizzando lo spazzolino inumidito.
Eliminate qualsiasi punto che vi  appare danneggiato utilizzando un coltello spelucchino dalla lama curva.
A questo punto il vostro  tartufo bianco è davvero pronto per essere utilizzato in cucina.

Ricordate però sempre che il tartufo bianco non deve essere pulito fino al momento del consumo.
Lo strato di terra che lo ricopre consentirà di conservarne più a lungo la sua fragranza.


I consigli per valorizzare il sapore del tartufo bianco


Ricordate sempre che non sono i piatti ad essere conditi e insaporiti con il tartufo bianco; i piatti dovranno essere pensati e realizzati in funzione del tartufo stesso.

Come abbiamo già avuto modo di ricordare in apertura di questo approfondimento, la cosa migliore da fare è consumare il tartufo fresco e appena pulito (dovrete aver rimosso le tracce di terra in maniera corretta).
Il suo gusto, a questo punto, risulta ricco e corposo; l’ideale è scegliere di grattugiarlo o spargerne le scaglie grossolane sulle tagliatelle ai funghi porcini. Non dimenticate però che il tartufo bianco è perfetto anche se utilizzato per impreziosire secondi di carne e pesce (magari aromatizzando un burro, da veri chef 😉 ).

Grattugiarlo, conservarlo e utilizzarlo come condimento veloce

Nel caso in cui scegliate di congelare il tartufo bianco – potreste metterlo in freezer già affettato, ma anche intero – la cosa migliore da fare sarà grattugiarlo appena tirato fuori dal freezer. In questo modo non rischiate che diventi gommoso perdendo la sua caratteristica consistenza.
Potrete utilizzare il tartufo bianco congelato non solo come condimento di lusso per insalatone corpose, ma anche come nota d’accento su salumi stagionati e formaggi.
Non è raro trovare appassionati di tartufo bianco che lo utilizzano anche come condimento speciale sulla loro pizza.

Potete conservare il tartufo bianco anche in un barattolo ricoperto di  d’olio; in questo modo si manterrà integro per una settimana circa. E, per di più, potrete utilizzare l’olio come  un condimento delicatamente aromatizzato, perfetto per bruschette o come aggiunta finale su primi piatti si veloci, ma con carattere.


Sappiamo tutti che  la fortuna e la fama della nostra tradizione culinaria si basano da sempre sul grande rispetto per gli ingredienti e le materie prime.
Quest’affermazione è ancor più vera quando il riferimento è al tartufo bianco.
Questo diamante prezioso, dall’aroma corposo ma volatile, viene valorizzato al meglio quando si unisce ad alimenti e ingredienti dal gusto poco deciso e delicato.

Un’ultima, ma non ultima precisazione: il tartufo bianco, a differenza del tartufo nero, deve sempre essere impiegato a crudo sui nostri piatti. 

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